IL BONSAI: CENNI STORICI
Il
bonsai nasce in Cina circa 15 secoli fa, dove grazie alla filosofia
Zen, acquista un significato prettamente religioso. Si trattava di
piante che, per effetto di particolari situazioni (soprattutto
climatiche), erano rimaste piccole assumendo forme particolari e allo
stesso tempo affascinanti. Il bonsai cinese è così caratterizzato da un
vecchio e sofferto tronco (risultato dell'inclemenza degli agenti
atmosferici) da cui partono dei giovani e vigorosi rami, espressione
questi ultimi di una forza vitale che non si piega davanti alla forza
degli elementi. Ed è proprio questa metafora della vittoria della vita
sulla morte che fa assumere al bonsai aspetti di carattere filosofico e
religioso. Nel XIII secolo il bonsai approda in Giappone, dove, grazie
ad una cultura diversa viene ben presto reinterpretato. I giapponesi non
si limitano alla coltivazione di piante trasformate dalla natura, ma
bensì si sono impegnati a ricrearle grazie all’utilizzo di
particolari tecniche. E in Giappone quindi che il bonsai diventa arte,
diventa creazione. Sarà solo nei primi anni del 900, in seguito alla
dissoluzione della società feudale giapponese, che il bonsai sarà
conosciuto nel moderno occidente. Tuttavia, solo negli ultimi decenni si
è cominciato a vedere una massiccia diffusione di questa arte nei paesi
occidentali. In Italia il bonsai sta aumentando di popolarità con il
passare del tempo. Oggi giorno esistono tantissime associazioni come la
nostra sparse in tutto il paese che assicurano una diffusione capillare
di questa arte.
Il primo documento della storia del Bonsai (circa il 706)
nella parete orientale della tomba del figlio Li dell'imperatore Koshiu
sono disegnati due valletti di corte che, in segno di omaggio tengono in mano due bonsai.